giovedì 16 agosto 2012

Il bibliotecario

Questo è un altro progetto che ho curato per Giunti grazie a Gianluca.
Larry Beinhart è un apprezzato romanziere, saggista e sceneggiatore americano, autore tra l'altro di American Hero (1993), bestseller da cui è stato tratto il film Wag the Dog (Sesso e potere), di Barry Levinson con Dustin Hoffman e Al Pacino. È tra le voci più ascoltate come coscienza critica dell'informazione americana, interessato da sempre a indagare la realtà e la manipolazione dei media e l'influenza che la politica ha sui mezzi di informazione di massa. Scrive per il Los Angeles Times, International Herald Tribune, New York Times, Esquire. Collabora poi con singoli uomini politici in veste di consulente per la comunicazione.

Edizione pubblicata per Giunti Editore

Quando si cominciò a ragionare sul progetto (dopo che mi fu fornita una prima sinossi e le prime pagine tradotte) vi furono molti incontri. Erano necessari, perché bisognava capire quali fossero le aspettative del commerciale e comprendere che, uno dei possibili obiettivi era quello di ambire a un risultato coerente, in vista della collocazione di questo libro in una ipotetica collana, dato che questo volume era una delle prime uscite della costituenda area di narrativa che Gianluca stava edificando. 
La realizzazione della copertina ondeggiò tra varie soluzioni, anche perché in corso d'opera non era ancora certo se si sarebbe letteralmente tradotto il titolo della versione originale, o se si sarebbe deciso per un titolo diverso; Il bibliotecario veniva ritenuto non particolarmente accattivante e come prima opzione alternativa fu battezzato Le 7 maledizioni.



Le prime prove per Le sette maledizioni



Le prime prove per Il Bibliotecario

Ora bisognerebbe aprire un capitolo a parte, chiamato: "come si progetta una copertina a prescindere dal titolo". Io credo che il titolo sia assolutamente imprescindibile, purtroppo capita però di progettare copertine che hanno titoli di lavorazione provvisori. Un titolo è molte cose. È una chiave, un indizio, un mondo suggerito da una frase… non basta a mio avviso lasciarsi ispirare solo dagli altri fattori che contribuiscono a creare lo scenario della copertina. La ciambella a volte riesce ugualmente col buco. Ma un titolo ti mostra dove stiamo per entrare, è la porta d'accesso ed è, per me, essenziale.

Ne riparlerò quando racconterò della mancata riuscita di Simple, la seconda copertina che avrei dovuto (e fortemente voluto) realizzare per Marie-Aude Murail.



Altre edizioni del libro pubblicate nel mondo

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